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Sui conti correnti l'Italia fa scuola

di Marco lo Conte

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8 ottobre

Qualcuno stenterà a crederlo, ma questa volta è l'Europa a livellarsi agli standard italiani. Almeno sulle garanzie per i correntisti bancari, in caso di insolvenza dell'istituto di credito. Ipotesi puramente teorica finora e relegata nei contesti accademici; che però ora, complice la crisi di liquidità dei mercati, viene considerata come uno scenario possibile: di cui conoscere ogni dettaglio. La tutela per i correntisti prevista dal Fondo interbancario di tutela dei depositi è il benchmark di riferimento cui guarda il Parlamento Europeo nella riforma della Direttiva 94/19/Ce relativa ai sistemi di garanzia dei depositi. Una riforma che dovrebbe arrivare in cantiere nel 2009; e che già prima delle recenti difficoltà del sistema del credito ha posto come obiettivi: 1) la riduzione a 30 giorni (presumibilmente) del tempo massimo previsto per i primi versamenti di liquidità ai titolari di c/c di banche in default; 2) l'abolizione della co-assurance, ossia della franchigia in capo al correntista, circa il 10%, di non garantito; 3) l'innalzamento del livello minimo di copertura, come deciso ieri dall'Ecofin.

Misure che il sistema italiano ha già accolto con l'istituzione del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Nato nel 1987, il Fitd è un consorzio obbligatorio di diritto privato, riconosciuto dalla Banca d'Italia, che nel '97 ha messo in pratica in modo stringente le indicazioni della Direttiva europea. A differenza di quanto accade in altri Paesi interviene dopo la crisi: al default conclamato di un istituto di credito, l'ufficio tesoreria del Fondo preleva automaticamente dai conti dei circa 300 istituti aderenti (le banche di credito cooperativo aderiscono al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo) le risorse necessarie da destinare ai clienti della banca fallita. Grazie alle moderne tecnologie ciò è possibile in poche ore.

A essere garantito è il denaro giacente sui conti correnti al massimo per 103.291,38 euro. La somma riguarda ciascun cliente e, se si hanno conti su più banche, ciascuna banca. La garanzia scatta per ciascun depositario: se il conto è cointestato la garanzia si moltiplica per ciascun intestatario (moglie e marito sono garantiti per 206.582,76 euro). Il Fondo garantisce al massimo entro tre mesi (ma come visto i tempi possono essere molto più corti) 20mila euro a ciascun intestatario.

La copertura del Fondo copre anche i certificati di deposito della banca e gli assegni nominali. È il caso di ricordare che gli istituti non comunitari autorizzati a operare in Italia devono aderire al Fondo, se non partecipino ad altro sistema equivalente; le banche comunitarie possono invece avvalersi anche solamente del sistema di garanzia dello Stato di appartenenza. Da segnalare che il Fondo tutela anche i conti correnti cifrati, eventualmente aperti presso un istituto estero da un titolare italiano che operi attraverso la filiale italiana di detta banca. In caso di default il Fondo garantisce: ma per incassare il denaro il titolare dovrà render nota la propria identità, secondo quanto previsto dalla normativa antiriciclaggio. E uscire così dall'anonimato che aveva cercato con il fondo cifrato.

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